La Legge di stabilità approvata dal Senato, contiene una modifica all'art. 103 del Codice della Strada, introdotta dal maxiemendamento presentato dal Governo, che è un vero e proprio autogol. Nonostante la buona intenzione di provare a risolvere il problema delle auto con targa straniera che circolano liberamente nel nostro Paese, evadendo il pagamento del bollo auto, delle multe e dei premi di assicurazione, la soluzione adottata è peggiore del male.
"Chiediamo alla Camera di correggere questo errore, ascoltando la voce dei consumatori" ha dichiarato Raffaele Caracciolo, esperto di automotive dell'Unione Nazionale Consumatori. "Il problema si risolve con un efficace accertamento della continuità di utilizzo del veicolo con targa straniera, che, dopo sei mesi, deve essere reimmatricolato in Italia, ponendo fine all’impunità. E' questa la soluzione, che deve essere identificata coinvolgendo l’Aci, che gestisce il PRA, le associazioni di categoria e dei consumatori" ha proseguito Caracciolo.
"Il provvedimento approvato in Senato, invece, che subordina l'esportazione dei veicoli alla loro reimmatricolazione estera, è confuso e non scalfisce il problema. Scontenta tutti, salvo l'onorevole del PD Stefano Vaccari e le lobby che hanno sostenuto la modifica. Si limita, infatti, a complicare la vita del cittadino, che anziché spendere 60-70 Euro per demolire il suo veicolo, ne ricava 200-300 da un immigrato che lo farà reimmatricolare nel suo Paese. Inoltre si azzera un canale di vendita dei professionisti che non potranno piú esportare legittimamente lo stock di veicoli poco attraenti per il mercato italiano, senza parlare dell’attacco diretto agli autodemolitori che vedono sfumare una quota non trascurabile del loro giro d’affari. Insomma, un autogol, fatto in barba ad una delle 4 libertà fondamentali dell'Unione Europea, quella delle merci!" ha proseguito Caracciolo.
L'Unione Nazionale Consumatori ricorda come funzionano attualmente i due meccanismi che consentono l'evasione.
Il primo: lo straniero residente in Italia acquista il veicolo usato in Italia, a prezzo di saldo, avverte il professionista venditore che dovrà occuparsi dell’esportazione in un paese straniero, tipicamente nell’Europa Centro orientale, dove sarà immatricolato in nome di un cittadino di quel paese, che per caso è anche un familiare dell’acquirente, per poi tornare in Italia dove circolerà indisturbato, in barba al fisco ed alle multe.
Il secondo: un cittadino italiano chiede ad un’azienda di leasing estera di acquistare quel certo veicolo, importarlo nel paese e stipulare un contratto di noleggio/leasing con l’utilizzatore italiano, che circolerà indisturbato nel nostro Paese senza bollo e pagando premi di assicurazione RCA ridicoli.