Lo scandalo dell’olio extravergine di oliva

 E’ di questi giorni, d’altronde la notizia che il Pm Raffaele Guariniello dopo avere letto le analisi di laboratorio condotte nel mese di maggio dal mensile Il Test che segnalavanol’irregolarità dell’olio extravergine di oliva, ha fatto prelevare dai Nas alcuni campioni  nei supermercati li ha spediti al laboratorio dell’Agenzie delle dogane. Dopo aver visionato i risultati il pm ha iscritto sul registro degli indagati per frode in commercio i responsabili legali delle sette aziende produttrici segnalati dal giornale. Si tratta di  Carapelli, Bertolli, Sasso, Coricelli, Santa Sabina, Prima Donna e Antica Badia.

E’ importante puntualizzare che si tratta di una frode commerciale perché l’olio imbottigliato risulta commestibile, ma non può essere classificato  causa extravergine a causa di difetti sensoriali o altre criticità di tipo analitico.

Quel che è accaduto è un danno per l’Italia e per tutti gli italiani perché è stata messa in discussione la credibilità e la serietà della più importante agricoltura mondiale di qualità. L’ olio extravergine d’oliva è considerato a buon diritto “oro verde italiano” e svolge il ruolo di ambasciatore del nostro Paese nel mondo, ma non possiamo trascurare che nasconde frequenti casi di sofisticazione ed adulterazione anche sul nostro territorio, situazioni che purtroppo sono idonee a trarre in inganno i consumatori italiani in circostanze che poco hanno a che vedere con le garanzie di qualità e italianità del prodotto. Il nostro Paese ha il dovere di valorizzare un prodotto così importante e di salvaguardare il mercato di una primaria realtà economica: l’industria olearia vale oggi oltre 1 miliardo di euro per la bilancia commerciale nazionale, grazie a oltre 200 aziende del settore, che riescono ad alimentare positivamente la nostra economia, occupando oltre 3.000 persone.

Sappiamo bene che, dal punto di vista dei controlli a garanzia della salute dei consumatori, quello dell’olio è uno dei settori più sicuri. Basti pensare che sono almeno 9 le Istituzioni e gli Enti preposti all’effettuazione delle verifiche e alla lotta alla frodi nel settore agroalimentare (ICQRF- Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e Repressione Frodi dei Prodotti Agroalimentare, Corpo Forestale dello Stato, NAS-Nucleo Anti Sofisticazioni e NAC-Nucleo Antifrodi dell’Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Agenzia delle Dogane, ASL, Agenzie Regionali per la Protezione Ambientale e Laboratori di Sanità Pubblica). Nel 2012 il solo ICQRF ha effettuato oltre 5.500 controlli, che hanno permesso di verificare l’attività di 4.000 operatori del settore per un totale di 8.000 prodotti sottoposti ad analisi e valutazioni.

Ma non bastano i controlli: di fronte al proliferare dei continui attacchi, spesso superficiali e strumentali, di un settore così importante per l’economia italiana, l’Unione Nazionale Consumatori ritiene che si possa rispondere anche con interventi di verifica dell’etichettatura che possano ridare fiducia ai consumatori.