“Da aprile ancora in calo le bollette di luce e gas”, titolava così il Comunicato Stampa dell’Autorità per l’energia, con il quale il 27 marzo scorso si annunciava una riduzione dell’1,1% dei prezzi di riferimento dell’elettricità e del 4% di quelli del gas, per il trimestre aprile-giugno 2015 (vedi link). L’annuncio è stato commentato positivamente dai mass media ed accolto con soddisfazione dai cittadini e dall’opinione pubblica: in effetti, fra tante notizie negative (crisi economica, disoccupazione in crescita, giovani che non trovano lavoro, terrorismo, ecc.), il fatto che le famiglie avrebbero risparmiato circa 70 euro all’anno rappresenta un elemento positivo che giustamente è stato sottolineato. Anche le Associazioni dei Consumatori hanno espresso il loro apprezzamento per l’opera dell’Autorità che, fissando ogni tre mesi i prezzi riferimento per elettricità e gas, contribuisce a calmierare gli importi delle bollette che le famiglie devono pagare per servizi essenziali come la luce ed il gas.
Ma se andiamo ad approfondire la notizia, ci accorgiamo che non sono tutte rose e fiori. La stessa Autorità precisa nel suo comunicato che il ribasso dei prezzi dell’elettricità è dovuto “ alla riduzione dei costi per l’ acquisto della materia energia nei mercati all’ingrosso”, ma che la riduzione avrebbe potuto essere maggiore se non fosse stata controbilanciata dall’aumento degli oneri generali di sistema, in specie di quelli “legati alle incentivazioni delle fonti rinnovabili e agli oneri per lo smaltimento degli impianti nucleari”. Insomma, la riduzione della bolletta elettrica avrebbe potuto essere dell’1,8%, invece che dell’1,1%, se non fossero aumentati i costi per le fonti rinnovabili e per il nucleare. Ma questo non è il primo aumento degli oneri generali di sistema: basta ricordare che nei prezzi di riferimento fissati dall’Autorità dal 1° gennaio 2012, gli oneri di sistema pesavano nella bolletta elettrica per il 13,74, mentre in quelli in vigore dal 1° aprile 2015, rappresentano il 23,98% dell’ammontare della bolletta. Cioè un aumento di oltre il 10%, riconducibile essenzialmente agli incentivi per gli impianti fotovoltaici (specialmente quelli in campo) ed ai maggiori costi per lo smaltimento degli impianti nucleari.
Bisogna sapere che negli oneri generali di sistema, oltre agli incentivi per le fonti rinnovabili ed al nucleare (che insieme rappresentano oltre il 90% del totale), comprendono anche 135 milioni destinati al Bilancio dello Stato, circa 350 milioni alle Ferrovie dello Stato, mentre quasi il 5% degli oneri di sistema riguardano le agevolazioni alle imprese manifatturiere a forte consumo di energia. In altre parole, si tratta di costi ogni che, per la maggior parte, avrebbero dovuto essere a carico della fiscalità generale, invece sono stati messi nelle bollette elettriche. Così che ogni famiglia italiana è arrivata gradualmente a pagare ingiustamente ogni anno mediamente circa 120 euro.
Per il gas metano, l’Autorità precisa che la riduzione del 4% dei prezzi di riferimento è dovuta principalmente al forte calo dei costi per l’approvvigionamento del gas (-10% rispetto al trimestre precedente. Ma la riduzione avrebbe potuto essere maggiore di un altro 0,3%, che invece sono serviti a coprire i costi degli incentivi a sostegno delle iniziative di efficienza energetica. Anche se in misura minore rispetto all’elettricità, anche nel gas si è incominciato a collocare sulla bolletta costi che dovrebbero essere a carico della fiscalità generale: per ora si tratta solo di 4,5 euro all’anno, ma in futuro quanti saranno? Non basta che le famiglie italiane paghino il 37,25% di tasse sulla bolletta del gas?
La scelta dei vari Governi che nel tempo si sono succeduti è stata chiara: si è deciso di scaricare ingiustamente sulle bollette pochi euro alla volta, tanto i consumatori non se ne accorgono. Invece ce ne accorgiamo e chiediamo on forza che si intervenga rapidamente a correggere queste iniquità.