OGM, quello che gli altri non dicono

Gli Organismi Geneticamente Modificati (OGM) sono visti con sospetto ed anche paura da parte dei cittadini, probabilmente per una carenza di informazioni sulla loro natura. Non sempre, infatti, si è a conoscenza del fatto che in natura le modificazioni sono continue e che l’uomo con interventi di selezione ha adattato molte piante e animali ai propri interessi.

Anche se si presta grande attenzione al mais, alla colza e al cotone OGM, in realtà esistono molteplici applicazioni potenziali e/o già in atto che pochi conoscono, ma che sono molto utili per il benessere dei cittadini.

Proprio per l’importanza delle varie applicazioni OGM gli interessi in gioco sono enormi e varie aziende multinazionali stanno lavorando alacremente per approfondire le loro conoscenze scientifiche con lo scopo di assumere posizioni di preminenza nei mercati.

La ricerca scientifica pubblica, almeno in Italia, non solo langue, ma è addirittura osteggiata; non può sfuggire il fatto che i partiti politici, nella quasi totalità, sono contrari agli OGM: molte regioni con orgoglio si dichiarano OGM “free”.

La comunità scientifica ha invece una posizione di grande apertura agli OGM in quanto ne intuisce le grandi possibilità applicative.

Una condizione essenziale è però che ci sia una rigorosa valutazione dei rischi prima della loro effettiva utilizzazione; questo è assicurato da esperti scientifici indipendenti come quelli che lavorano per l’Autorità Alimentare Europea (EFSA).

Si sta delineando un quadro molto complesso in cui formalmente ai cittadini-consumatori viene affidato un ruolo decisionale fondamentale. Sostanzialmente però ci sembra che non esista la volontà di fornire i necessari elementi di conoscenza all’opinione pubblica e prevalgono più che altro ideologie di dubbia validità.

Per avere maggiori dettagli sull’argomento, può essere utile consultare il materiale che ho utilizzato pochi giorni fa in occasione di un importante convegno sul tema, organizzato dall’Istituto Superiore di Sanità.