L'Unione Nazionale Consumatori ribadisce il proprio dissenso all'aumento dell'iva sui pellet e si augura che dopo l'ammissione dell'errore del Presidente Renzi, il Governo torni sui suoi passi.
"L'aumento dell'Iva sui pellet è davvero incomprensibile e dopo che anche il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha ammesso che si è trattato di un errore, ci auguriamo che alle parole seguano immediatamente i fatti". E' quanto dichiara Pieraldo Isolani, Responsabile del settore Energia dell'Unione Nazionale Consumatori (http://www.consumatori.it), in merito all'aumento dal 10 al 22 per cento dell'iva sui pellet, in vigore dal primo gennaio.
"Non appena la notizia dell'aumento è iniziata a circolare -aggiunge Isolani- abbiamo espresso il nostro disaccordo per una tassa che non fa altro che peggiorare la condizione delle famiglie in difficoltà: in Italia, infatti, sono oltre 2 milioni le famiglie che utilizzano i pellet come combustibile per il riscaldamento proprio perché il loro costo, a parità di potere calorico, è inferiore di circa il 25% a quello del gas metano. Invece, se l'aumento non sarà corretto, porterà un aggravio di spesa per il riscaldamento di circa 250/400 euro all’anno, che renderà meno conveniente l’installazione di nuove termostufe a pellet".
"Si tratta di un provvedimento da correggere dichiara Romano Satolli, - Presidente Regionale dell'Unione Nazionale Consumatori –uncsardegna@gmail.com , perché è contro i cittadini meno abbienti residenti in aree marginali, ai quali aumenta il costo del riscaldamento; non solo, rappresenta anche un danno all'ambiente, perché scoraggia l’utilizzo di un combustibile ecologico e rinnovabile (poiché la quantità di CO2 emessa durante la combustione è la stessa che le piante avevano accumulato durante la loro crescita) ed è contro l’occupazione, perché ostacola lo sviluppo delle imprese produttrici di termostufe, di cui il nostro Paese possiede una filiera industriale assai importante e competitiva."