Orientarsi tra le offerte del mercato dei conti corrente? Facciamo chiarezza con questo decalogo realizzato nell’ambito del progetto “No problem – Assistenza, informazione, incontri con le Associazioni dei consumatori”, finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico.
1) Girare. Prima di aprire un conto corrente occorre in primo luogo chiedere più preventivi a diverse banche e confrontare le offerte.
2) Verificare i costi reali dell’offerta. Per scegliere il conto corrente migliore non bisogna fare il confronto su una sola voce (canone, tasso di interesse, ecc.), ma occorre valutare il costo totale annuo del conto, compreso il costo del bancomat, della carta di credito, del carnet assegni, dei bonifici. Per offrire un utile parametro di valutazione dei costi, nel foglio informativo del conto corrente la banca fornisce l’ISC – Indicatore Sintetico di Costo che fornisce una misura del costo complessivo del conto corrente in base alle spese e alle commissioni che possono essere addebitate al cliente nel corso dell’anno, senza considerare gli oneri fiscali e gli interessi.
3) Ridurre i costi e non badare al tasso di interesse. Il cliente è generalmente portato a sottovalutare i costi di gestione e a prestare maggiore attenzione al tasso di interesse. In realtà, un conto corrente, con i rendimenti attuali, non deve essere considerato una forma di investimento: il capitale deve restare in banca per garantire liquidità, per far fronte alle spese mensili e in attesa di decidere che fare dei vostri soldi. Proprio per questo il tasso di interesse non deve essere considerato il parametro principale per valutare la convenienza di un’offerta rispetto all’altra. Bisogna piuttosto cercare di ridurre al minimo i costi che, in un batter d’occhio, si mangiano quei pochi interessi maturati. Avere la domiciliazione gratuita delle bollette, ad esempio, è utile. Il costo più insidioso e meno visibile nel rapporto tra correntista e banca è quello della scrittura, ossia la spesa per registrazione dell’operazione sul conto corrente.
4) Conto a consumo o a pacchetto? Nei conti a consumo (ordinari) le spese dipendono dal numero di operazioni effettuate: più operazioni si fanno, più si spende. Invece i conti a pacchetto hanno un canone e si distinguono in conti “con franchigia”, in cui il canone include un numero limitato di operazioni gratuite, e conti “senza franchigia”, in cui è possibile effettuare un numero illimitato di operazioni gratuite.
Per chi utilizza molto il conto, più sono le operazioni a forfait e meglio è. Si fa in fretta, infatti, a superare il tetto massimo di operazioni a forfait. Ricordate che le operazioni non incluse nel canone costano parecchio. Per questo, se utilizzate molto il conto, è consigliabile un canone fisso che include tutto. Se invece fate frequentemente un’operazione e questa non è inserita nel pacchetto, valutate se vi conviene pagare un canone fisso. Attenti, comunque, alle banche che reclamizzano un canone indicando che è “tutto compreso”. Difficilmente è così. Se invece avete una bassa operatività, allora conviene un conto a consumo, nel quale i costi sono direttamente rapportati al numero delle operazioni realizzate. Anche i conti in convenzione possono essere allettanti: sono i conti che beneficiano di sconti e agevolazioni grazie ad accordi con determinate categorie di clienti.
5) Durata dell’offerta. Le banche spesso fanno offerte invitanti per catturare nuovi clienti. Attenzione, però, le condizioni possono cambiare repentinamente o avere una durata limitata. Verificate, quindi, se la banca si impegna a tenere ferme le condizioni per un certo tempo (solitamente è un anno) e controllate cosa succederà allo scadere del termine. Inoltre, spesso le offerte vantaggiose che vi presentano quando aprite il conto sono collegate al verificarsi di determinati requisiti come l’accredito dello stipendio o la domiciliazione delle bollette.
6) Meno sportello c’è e meglio è. Alcune banche hanno introdotto una commissione per ogni prelievo allo sportello. In tal caso è meglio prelevare al bancomat. On-line si risparmia sempre, quindi meglio non chiedere l’estratto conto e la lista movimenti allo sportello; anche i bonifici è preferibile farli via Internet.
7) Conti in rosso. Non emettere assegni a vuoto e non fate acquisti con carte di pagamento senza avere la necessaria copertura sul conto corrente. Attenti, insomma, a non andare in rosso! Se lo fate, parte la mannaia. Oltre ad un tasso elevatissimo sono previste commissioni di istruttoria veloce, in barba ai tentativi di eliminarle.
8) Carta di credito e di debito. Non usate la carta per prelevare, come se fosse un bancomat: per la banca è come se fosse denaro anticipato e le commissioni sono esagerate. Non usate la carta di debito per fare prelievi in altre banche: solitamente costano.
9) Estratto conto. Riducete il numero degli estratti conto. Attivando il servizio Internet: potrete controllare gratuitamente il conto ogni volta che vorrete. Se l’estratto conto è sbagliato contestatelo per iscritto entro 60 giorni dal ricevimento. L’articolo 1832 del codice civile vi dà comunque diritto di impugnarlo, per errori di scritturazioni o di calcolo, omissioni o duplicazioni (addebiti sbagliati o doppi), entro sei mesi dalla data di ricezione.
10) Informarsi e contrattare. Una volta aperto il conto, occorre verificare periodicamente le condizioni che le banche vi applicano, anche attraverso le comunicazioni alle quali sono tenute per legge, e chiedere immediati chiarimenti in caso di variazioni. Il consumatore raramente controlla e le banche ne approfittano. Provate a fissare un incontro con il direttore della vostra filiale e chiedetegli come mai il vostro amico, in un altro istituto, ha condizioni migliori. Vedrete che magicamente si apriranno nuove porte. Il risparmio che potrete ottenere sarà notevole. Ricordatevi che chi tace acconsente.
In caso di modifica unilaterale delle condizioni contrattuali, che va comunicata in forma scritta, il cliente ha 60 giorni per recedere senza spese e ottenere, in sede di liquidazione del rapporto, l’applicazione delle condizioni precedentemente praticate.
Un ultimo consiglio: chiudete il conto. Se le condizioni non vi soddisfano, è ora di cambiare banca!