Recupero crediti aggressivo: Ge.Ri e non solo

Recupero crediti aggressivo: è il motivo per cui ad agosto 2014, a seguito di una nostra denuncia, la società di recupero crediti Ge.Ri  è stata multata dall’Autorità Antitrust per 205 mila euro: l’Agcm ha accertato che Ge.Ri. ha sollecitato ai consumatori il pagamento -su incarico di diversi committenti- di presunti crediti, infondati o prescritti, minacciando anche azioni legali.

Numerosi consumatori si sono rivolti alla nostra associazione, infatti, denunciando di aver ricevuto da parte della società di recupero crediti comunicazioni dai toni piuttosto aggressivi: in alcuni casi è stata addirittura preannunciata la visita di un funzionario a casa o sul posto di lavoro per “ritentare la composizione bonaria del debito”, mentre altri consumatori sono stati invitati a contattare una numerazione a pagamento, per presunte “verifiche amministrative”, pagando un costo elevato per la chiamata.

Purtroppo, nonostante la multa, la società ha proseguito con un comportamento aggressivo, tanto che a Gennaio 2016 abbiamo depositato una nuova denuncia.

Purtroppo casi del genere sono sempre più comuni e, complice la crisi economica, il recupero crediti sembra diventato il business del momento: in molti, infatti, segnalano ai nostri sportelli di aver subito vessazioni e altri vergognosi condizionamenti. Su questi comportamenti sono intervenuti ripetutamente tanto l’Autorità della Concorrenza e del Mercato che il Garante della Privacy indicando le misure necessarie perché tutto si svolga nel rispetto dei principi di liceità e correttezza, ma si tratta di prescrizioni spesso disattese.

Come possono difendersi, dunque, i consumatori dal recupero crediti illegittimo?

La prima cosa alla quale dobbiamo prestare attenzione è la corretta verifica circa la reale esistenza del debito: teniamo in considerazione che alcune società si affidano a comunicazioni improvvisate che sono facilmente riconoscibili perché il riferimento alla posizione debitoria è molto superficiale e generico (si tratta spesso di messaggi che ci arrivano via e-mail oppure per posta).

In generale, è illegittima ogni modalità di ricerca del debitore, presa di contatto, sollecitazione che sia lesiva della sua riservatezza o della dignità personale: si pensi a quelle sgradite sollecitazioni sull’utenza telefonica fissa o mobile, all’invio di messaggi Sms, a comunicazioni telefoniche il cui contenuto è preregistrato e quindi poste in essere senza l’intervento di un operatore con il rischio che soggetti diversi dal destinatario vengano a conoscenza del contenuto di chiamata. Ma si arriva persino alle visite a domicilio o sul luogo di lavoro, talvolta con apposizione di messaggi sulla porta di casa idonei a violare le più elementari regole di rispetto della privacy. Può persino capitare di ricevere un Atto di citazione a comparire dinanzi ad un Giudice di pace di un luogo diverso dalla nostra residenza, ma andrebbe verificato con cura perché spesso si tratta solo di intimidazioni.

Insomma, è bene fare attenzione a tutte quelle affermazioni non veritiere utilizzate per indurre i consumatori a pagare: non è vero che il mancato pagamento di un debito può comportare il carcere, trattandosi di un inadempimento di natura civilistica; non è vero che può portare alla dichiarazione di fallimento, per la quale è sempre necessaria un’apposita procedura preceduta dalla emissione di un decreto ingiuntivo o di una sentenza; non è vero che al mancato pagamento può far seguito il pignoramento dei beni (o addirittura dello stipendio) perché anche in questo caso è necessario che intervenga un provvedimento del giudice; non è vero che si rischia il iscrizione nella “banca dati dei cattivi pagatori” perché questa è possibile solo se il debito è stato contratto con una banca con una finanziaria.

Ricordiamo che per problemi con società di recupero crediti aggressive è possibile contattare i nostri esperti all’indirizzo: uncsardegna@gmail.com .